Genova, Italia: Volantino in solidarietà con Alfredo e Nicola (07/12/2019)
Από InNero Στις 24/12/2019, 18:02 0
Ricevuto 24/12/2019
Genova, Italia: Volantino in solidarietà con Alfredo e Nicola (07/12/2019)
Inviamo un contributo che distribuiremo nell’occasione di un corteo indetto a Genova per il 7 dicembre prossimo nell’ambito di una campagna di boicottaggio promossa da una rete antagonista antimilitarista contro Leonardo/Finmeccanica.
Saremo presenti in quella situazione perchè ci sembra doveroso ricordare l’attacco scagliato da Alfredo e Nicola contro Ansaldo Nucleare e Finmeccanica per il suo imprescindibile contributo alla lotta contro il nucleare e l’industria bellica.
Saremo quindi presenti all’appuntamento indetto dalla rete antimilitarista il giorno 7 dicembre alle ore 15.30 in Piazza Baracca a Sestri Ponente a Genova.
Anarchici genovesi
LEONARDO/FINMECCANICA GENOCIDA!
“Sull’altare dello sviluppo tecnologico stiamo immolando ogni presidio della nostra libertà individuale e della possibilità di vivere una vita realmente degna di essere vissuta” – Nicola Gai
“L’anarchia se non si fà azione rigetta la vita diventando ideologia, merda o poco più, nel migliore dei casi sfogo impotente per uomini e donne frustrati” – Alfredo Cospito
Non è certo una novità il fatto che l’industria bellica italiana rappresenti una delle “eccellenze” dell’economia nazionale, uno dei pochi settori che non conosce crisi, un ambito di investimento che produce profitti talmente elevati da essere considerato irrinunciabile per l’economia del Belpaese da qualsiasi governo possa insediarsi, di qualsiasi colore, con buona pace di tutti coloro che si rallegrano, ad esempio, per l’ipocrita condanna dell’aggressione condotta dalla Turchia nei confronti degli abitanti e dei ribelli del Rojava e per il formale blocco all’esportazione di armi prodotte in Italia verso la Turchia annunciati dall’attuale governo.
E se è vero che “la guerra comincia qui”, cioè da dove le armi vengono prodotte, questo è sicuramente ancora più vero perché proprio qui a Genova ha una delle sue sedi Leonardo (ex Finmeccanica) azienda a controllo statale, leader a livello mondiale nella ricerca e produzione di sistemi tecnologici avanzati per l’industria bellica e per il controllo sociale: elicotteri, aerei da combattimento, droni, radar, sistemi d’attacco, sistemi di puntamento, mezzi militari via terra e via mare, munizioni, sistemi per guerra elettronica e controllo remoto, sistemi di protezione per coste e confini, sistemi elettronici di controllo sociale da applicare nelle città, nei porti e aeroporti, e molto altro ancora; il catalogo dell’offerta è vastissimo.
Leonardo “per garantire i principi della democrazia nella società digitale” (così recita lo slogan di presentazione dell’azienda) produce armi di distruzione di massa responsabili ogni giorno della morte di uomini e donne ai confini della Fortezza Europa e in vari angoli del globo, giusto per fare qualche esempio, dal Rojava alla Siria, dalla Libia allo Yemen.
La società, inoltre gestisce e controlla molte altre aziende collegate alla produzione bellica tra cui Agusta Westland, Selex Es, Oto Melara e molte altre.
Fino al 2017 il gruppo Leonardo-Finmeccanica ha avuto il controllo di Ansaldo Energia con sede a Genova, società produttrice di strutture per centrali elettriche, termiche e, soprattutto con la divisione Ansaldo Nucleare, nucleari per l’appunto; un’altra azienda produttrice di morte, desolazione e devastazione della natura passati per progresso tecnologico necessario e imprescindibile per l’ulteriore e inarrestabile sviluppo industriale.
E per questo, proprio qui a Genova, il 7 maggio del 2012 due anarchici decisero di manifestare concretamente il loro rifiuto per questo sistema tecno-industriale affrontando sotto casa sua Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, e restituendogli, con un colpo di pistola alla gamba, un assaggio degli effetti nefasti che i progetti dell’azienda da lui guidata seminano in tutto il mondo.
Per questo fatto furono arrestati il 14 settembre 2012 Alfredo Cospito e Nicola Gai; il 30 ottobre, durante la prima udienza del processo, i due compagni anarchici rivendicarono in aula la responsabilità dell’attacco ad Ansaldo Nucleare e quindi a Finmeccanica, e dell’appartenenza alla cellula Olga Fai/Fri e furono in seguito condannati a 10 anni ed 8 mesi di carcere per Alfredo, 9 anni e 4 mesi a Nicola, per attentato con finalità di terrorismo, con reato ostativo (impossibilità di avere accesso a benefici, domiciliari, semilibertà, ecc. viste riconosciute le finalità di terrorismo).
Sono tuttora detenuti presso la sezione di Alta Sorveglianza del carcere di Ferrara. Da allora non hanno mai smesso di far sentire la loro voce partecipando, da dietro quelle mura, al dibattito anarchico riguardo la lotta radicale contro la repressione dello stato, la solidarietà dentro e fuori le carceri, i modi per opporsi alla dominazione degli individui e della terra e riappropriarsi della possibilità di una vita libera dall’autorità. Dalla dichiarazione di Alfredo letta in aula: “Sono tanti i modi di opporsi concretamente al nucleare (e non solo a quello, diremmo noi), blocchi dei treni che trasportano scorie, sabotaggi ai tralicci che trasportano energia elettrica prodotta dall’atomo. A me venne in mente di colpire il maggiore responsabile di questo scempio in Italia: Roberto Adinolfi amministratore delegato di Ansaldo Nucleare”.
E ancora: “È arrivato il momento del grande rifiuto, rifiuto fatto di pluralità di resistenze, ognuna delle quali è un caso speciale; alcune sono possibili, necessarie, improbabili; altre sono spontanee, selvagge, solitarie, concertate, prorompenti o violente. La nostra è stata solitaria e violenta”.
A nostro avviso qualsiasi lotta che, giustamente, si opponga alle produzioni di morte e distruzione attraverso cui queste aziende mostruose accumulano i loro profitti, non può prescindere dalla solidarietà non solo formale nei confronti di chi abbia tentato di inceppare gli ingranaggi di questo sistema tecno-industriale: esso non cadrà da solo, non si autoestinguerà. Solo l’azione di uomini e donne determinati, risoluti nel rifiuto della schiavitù dall’autorità e dei compromessi con il sistema stesso, generosi nell’azione, potrà incrinare questa imperante logica del profitto e ordine tecnologico.
LIBERTÀ PER ALFREDO E NICOLA
Anarchici
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