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From | Collettivo contro la repressione |
Date | Sat 28-1-2017, 18:21 |
Il 18 gennaio 2017, apprendiamo dai compagni belgi che dopo l’arresto di Pola Roupa e di Costantina Athanasopoulos, Pola e Nikos Maziotis sono stati ascoltati al processo d’appello contro Lotta Rivoluzionaria. Si tratta del processo d’appello relativo al “primo periodo” di Lotta Rivoluzionaria, dal 2003 al 2012. Nikos e Pola erano fianco a fianco seduti in tribunale e hanno letto un manifesto in cui dichiarano che “gli arresti non intralciano l’organizzazione nella sua guerra contro il capitalismo e l’establishment”. Pola ha fatto una dichiarazione supplementare rispetto alla detenzione di suo figlio (di cui Nikos è padre), rivolgendosi agli agenti della polizia antiterrorismo: “Poco importa il numero degli anni. Uscirò di qui e vi strapperò il cuore per aver imprigionato mio figlio in un ospedale psichiatrico, mentre era in stato di salute perfetta”. Nikos dal canto suo ha affermato “Questi arresti non significano niente. Proseguiremo con altri mezzi e riusciremo ad uscire”.
Ricapitolando in sintesi: l’organizzazione è stata attiva dal 2003. Mentre annoverava una ventina di azioni rivoluzionarie (contro banche, tribunali, ministeri, ecc.) il combattente Lambros Foundas rimane ucciso il 10 marzo 2010 in una sparatoria fra la polizia e l’organizzazione, a Dafni. Un mese dopo, seguono perquisizioni alla morte di Lambros e sono eseguiti 6 arresti. Fra loro, tre militanti rivendicano l’appartenenza all’organizzazione Lotta Rivoluzionaria: Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostas Gournas. Dopo 18 mesi di detenzione, il caos burocratico regnante in Grecia (dove scioperi degli avvocati seguono quelli dei funzionari, ecc.) ha ragione della loro prigionia e i tre sono rilasciati in attesa di processo, dato che la durata della carcerazione ha superato il limite legale. Era il 2012, periodo in cui l’intervista “Non esiste altro scopo che la Rivoluzione” veniva registrata da una delegazione del Soccorso Rosso Internazionale. Nelle settimane che li separano dal loro processo, Nikos e Pola organizzano conferenze e incontri e creano fermento attorno al caso. Infine, il 15 giugno 2012, scompaiono prima della chiusura del processo che si concluderà immancabilmente con condanne a pene molto lunghe. In contumacia sono condannati a 50 anni di prigione. È di questo processo che martedì 17 gennaio 2017 è iniziato l’ennesimo ricorso in appello, in concomitanza con l’arresto di Pola. Dopo il loro entrare in clandestinità, Lotta Rivoluzionaria riprende le sue attività e il 10 aprile 2014 attacca la Banca di Grecia con un’autobomba imbottita d’esplosivo. L’attacco provoca enormi danni e nessun ferito. Il 16 luglio 2014, Nikos viene arrestato casualmente durante un controllo d’identità che si traduce in una sparatoria nel cuore del quartiere turistico. È gravemente ferito e lasciato agonizzante sul marciapiede diversi minuti. Viene immediatamente arrestato e riprende subito la sua attività politica dando avvio a un vasto movimento di prigionieri contro la riforma carceraria in Grecia, diretta contro il movimento rivoluzionario. Il movimento dei prigionieri sfocia in uno sciopero della fame nel marzo 2015, conclusosi riportando una vittoria: le carceri speciali per prigionieri politici (tipo C) sono abolite e le altre richieste sono tutte, almeno parzialmente, approvate. Nel febbraio 2016, Pola Roupa ancora clandestina dirotta un elicottero per cercare di far evadere Nikos e gli altri prigionieri politici detenuti a Korydallos. Questo tentativo fallisce perché il pilota dell’elicottero (ex-poliziotto) era armato, cosa che provoca una sparatoria mentre sono in volo. Infine, il 5 gennaio 2017 Pola è arrestata con un’altra combattente dell’organizzazione.
Quindi sono prevedibili al minimo due processi: quello d’appello per il primo periodo, iniziato martedì 17 gennaio 2017, e quello per il dirottamento dell’elicottero. Forse ne seguiranno altri, come quello relativo all’attacco della Banca di Grecia e tutti i processi d’appello.
Alleghiamo un manifesto prodotto dal Soccorso Rosso Internazionale e due foto: una, relativa ad una manifestazione svoltasi ad Atene il 21 gennaio in solidarietà a LR; l’altra, relativa ad un murales realizzato in Australia (a Sidney) appena saputa la notizia degli arresti del 5 gennaio.
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