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Quasi 2 anni fa, a luglio 2017 ad Amburgo si è svolto il vertice G20, un incontro tra i 19 Paesi più ricchi del mondo. Obiettivo del G20 è stato l’accordo su strategie per distribuire potere e ricchezza al fine di garantire e accrescere, tramite sfruttamento, espropri, guerra, distruzione ambientale, catastrofi alimentari e controllo dei movimenti migratori, la ricchezza dei Paesi più ricchi a scapito di buona parte della popolazione più povera del mondo. 8 miliardari detengono più ricchezza del 50% della popolazione mondiale.
Il vertice dei governanti ha incontrato la resistenza di migliaia di appartenenti al movimento di sinistra contro il dominio mondiale degli Stati-G20.
Complessivamente, circa 200.000 persone hanno partecipato alle varie proteste.
Intorno al vertice è stata realizzata la più grande operazione di polizia in Germania dalla seconda guerra mondiale, con l’impiego di 31.000 sbirri.
Ciò nonostante l’apparato repressivo bene armato ha spesso perso il controllo della situazione. Il monopolio della violenza dello Stato è stato fortemente messo in discussione e, a intervalli, annullato per varie ore. Barricate e azioni di appropriazione hanno definito il quadro. Unità di polizia sono state ripetutamente messe in fuga.
Subito dopo il vertice è iniziata la campagna di vendetta dello Stato. La massiccia repressione di Stato dopo le azioni durante il vertice G20 persiste ancor oggi.
Finora, ci sono state 5 cacce all’uomo pubbliche in tutta Europa con la diffusione di foto di 400 persone, di cui 110 presumibilmente identificate. La magistratura non è da meno, ben 149 casi giudiziari sono stati chiusi, tra cui 9 condanne senza la condizionale. Una conclusione della caccia da parte della giustizia di classe è tutt’altro che prevedibile.
Dal 18 dicembre 2018 è in corso il cosiddetto “processo Elbchaussee” contro 4 attivisti della Germania meridionale e Loic, originario della Francia. Due di loro sono stati sottoposti a custodia cautelare per quasi 8 mesi.
Nell’agosto 2018 Loic è stato arrestato in Francia su mandato d’arresto internazionale emesso dalla Germania ed estradato in Germania nell’ottobre 2018.
La mattina presto del primo giorno del vertice, un centinaio di attivisti ha dato sfogo alla rabbia contro le condizioni dominanti e chiarito la sua inconciliabilità con il sistema capitalistico mandando in frantumi finestre di consolati, banche, negozi e uffici e incendiando auto nel quartiere residenziale Elbchaussee.
I cinque imputati sono presentati come presunti autori, non accusati di atti concreti, ma devono essere stati presenti sul posto. In questo modo, procura, poliziotti e media costruiscono responsabilità per tutto!
Il processo è previsto terminare a settembre 2019. Le prime due udienze si sono svolte con un’aula affollata, gli imputati sono stati salutati e accolti da un lungo applauso, segni di vittoria e pugni alzati. Alla terza udienza, su richiesta del pubblico ministero, il pubblico è stato escluso per l’intera durata dell’istruttoria.
Il previsto “processo fantasma” con l’esclusione del pubblico è un attacco a tutti noi, quindi al monitoraggio del processo da parte dei solidali, a noi come movimento di solidarietà nel suo insieme.
Già all’inizio del processo in molte città, anche in Francia, si sono svolti azioni, raduni e manifestazioni.
I governanti temono la nostra multiforme solidarietà, che non può né prendere le distanze né farsi intimidire, e lo esprimono chiaramente. I compagni accusati vogliono e continuano ad aver bisogno della nostra piena solidarietà, specialmente Loic, tuttora detenuto. Scrivete un sacco di cartoline e lettere a: Loic Schneider, Holstenglacis 3, 20355 Amburgo!
Non facciamoci dividere in “buoni” e “cattivi”, la resistenza contro il vertice del G20 ad Amburgo è stata legittima. Lottare in modo solidale!
Opponiamoci alla repressione, difendiamo i prigionieri!
Contro l’oppressione imperialista e il razzismo, solidarietà internazionalista!
Loic deve uscire di prigione! Liberté pour Loic!
Saluto del Soccorso Rosso Internazionale (SRI)
SRI è un’organizzazione internazionale della lotta di classe di Belgio, Germania, Italia, Svizzera, Turchia e Kurdistan.